Il Jobs act? Il primo aprile scorso il ministro Poletti pronosticava nuove assunzioni a due cifre in tutta Italia. Oggi, ad oltre due mesi dall’approvazione dei decreti i primi risultati sono a dir poco deludenti. Avvilenti per il Sud e la Campania. Cosa scopriamo? Due cose. La prima: rispetto allo stesso periodo del 2014 la percentuale dei nuovi contratti di lavoro si attesta all’8,6 e non sfonda neppure la soglia minima del 10%. E fin qui… transeat. La seconda: i posti di lavoro sono al Nord. La Campania, ci dice oggi l’Osservatorio della Confederazione Nazionale dell’Artigianato, si ferma al 3%. In Sicilia? Zero assunzioni. Un po’ come per le assunzioni dei precari della scuola o dei finanziamento degli asili nido.
Allora mi chiedo: la disoccupazione non era un problema soprattutto al Sud? Non era al Sud che il lavoro sommerso aveva assunto dimensioni straordinarie? Non è che, anche al Nord, i nuovi contratti a tempo determinato siano semplicemente il frutto della trasformazione opportunistica di contratti a tempo determinato in qualcosa di semplicemente più stabile e giusto per accedere a finanziamenti senza rischiare nulla? E’ vero nuovo lavoro?
Non vorremmo che alla fine, soprattutto dopo la pubblicazione del Documento Economico e Finanziario del governo Renzi (che da un lato non guarda al Sud e dall’altro blocca gli investimenti pubblici), per le imprese diventasse più conveniente passare dalla legalità all’illegalità, dal lavoro dichiarato al lavoro nero. Con buona pace per le regole della libera e leale concorrenza…