De Luca è l’unico governatore italiano che immagina, come ha fatto finora col decreto sul reddito di cittadinanza, di poter applicare solo gli articoli o i commi delle leggi che possono tornargli politicamente utili.
Non può farlo: non può da un lato prelevare le risorse che vuole, che sa di poter gestire in prima persona, e dall’altro impedire la piena attuazione della legge. Non credo che nessuna autorità amministrativa o contabile glielo possa consentire. Soprattutto rispetto al fatto che ci sono 471 aspiranti lavoratori che, non senza impegno, speranza e sacrifici, hanno superato una selezione pubblica ed hanno ora il diritto sacrosanto di essere assunti.
De Luca, che prima di far replicare ad un suo assessore sul caso della delibera con la quale ha prelevato i soldi dei navigator avrebbe fatto meglio ad assicurarsi che fosse stata almeno presente alla seduta di giunta, ha il dovere di firmare la convenzione con l’Anpal e liberare le risorse necessarie all’assunzione dei navigator oppure, se, smentendo quanto già approvato in sede di conferenza unificata Stato Regioni, non condivide per nulla il reddito di cittadinanza e ritiene che i centri per l’impiego della Campania non abbiamo bisogno di nulla, restituisca le risorse del decreto già acquisite al bilancio regionale.
Poi non si sorprenda se, anche di fronte al suo governo giallorosso, dovrà assumersi la responsabilità di aver boicottato questa misura, di averla portata al fallimento e di non aver mandato al lavoro nessuno solo e soltanto in Campania.